Passa al contenuto

La redazione del business plan: progettare il futuro di un’impresa per creare valore

Strumenti e strategie per pianificare la crescita e garantire sostenibilità economica
8 novembre 2024 di
La redazione del business plan: progettare il futuro di un’impresa per creare valore
Zanettistudios

La redazione di un business plan è un passo fondamentale per qualsiasi impresa che voglia intraprendere un percorso di crescita sostenibile e consolidare la propria posizione sul mercato. Questo documento rappresenta la visione strategica dell'azienda e il modo in cui essa intende creare valore, definendo le linee guida per il futuro e valutando la sostenibilità economico-finanziaria dei progetti. Redigere un business plan non significa solo proiettare numeri, ma interpretare il futuro e pianificarlo in modo solido e coerente.

Il senso economico del business plan: la creazione di valore come variabile strategica

Il business plan rappresenta, innanzitutto, un percorso di creazione di valore. Ogni azienda, infatti, deve dimostrare la propria capacità di generare valore per gli stakeholder, che siano investitori, soci o dipendenti. Creare valore è il primo obiettivo del business plan, poiché permette all’impresa di ottenere la fiducia di chi partecipa al suo progetto e di rafforzare la propria competitività sul mercato.

Il ruolo del business plan

Il business plan svolge diverse funzioni strategiche: è un documento di pianificazione, uno strumento per comunicare con banche e investitori e una guida operativa per l’azienda. In situazioni di discontinuità, come una ristrutturazione o un investimento di grande portata, il business plan diventa una bussola che orienta l’impresa, fornendo una visione chiara delle risorse necessarie e degli obiettivi da raggiungere.

Creare valore: un esempio concreto

Un esempio di creazione di valore si può osservare nelle aziende che investono in nuove tecnologie per migliorare la propria efficienza. La riduzione dei costi operativi o l’incremento della produttività rappresentano variabili strategiche che aumentano il valore dell’azienda, generando ritorni per i soci e attraendo investitori. Il business plan documenta queste strategie, evidenziando le aree di miglioramento e le opportunità di crescita.

Il business plan dei numeri: la struttura quantitativa

La tecnica del business plan è complessa e articolata. La parte numerica del documento costituisce il suo cuore, poiché i dati finanziari confermano o meno la fattibilità del progetto. Il margine di contribuzione, ovvero la differenza tra i ricavi e i costi variabili, rappresenta un indicatore chiave per valutare la redditività di ogni progetto o attività. Vediamo, dunque, le fasi principali di costruzione di un business plan efficace.

Le fasi di costruzione del business plan

  1. Le quattro dimensioni di analisi: la costruzione di un business plan si fonda su quattro pilastri essenziali, ossia gli investimenti, i costi, il margine e il flusso di cassa. Ogni dimensione rappresenta un tassello della strategia finanziaria dell’azienda, offrendo una visione completa della sostenibilità economica e della capacità di generare valore.
  2. Piano investimenti: la prima fase consiste nell’identificazione e nella quantificazione degli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi aziendali. Questo include spese per infrastrutture, attrezzature, risorse umane e sviluppo tecnologico. Definire chiaramente gli investimenti permette di stabilire un orizzonte temporale realistico per la crescita e di anticipare le risorse da allocare.
  3. Costi fissi: i costi fissi sono le spese che l’azienda sostiene indipendentemente dal volume di produzione, come affitti, stipendi e spese generali. Analizzare e ottimizzare i costi fissi è fondamentale per costruire una struttura finanziaria resiliente e migliorare la redditività, riducendo l’impatto di eventuali cali di fatturato.
  4. Margine di contribuzione ponderato: il margine di contribuzione è la differenza tra i ricavi e i costi variabili, e rappresenta l’apporto di ciascun prodotto o servizio al profitto aziendale. Calcolare un margine ponderato consente di avere una stima precisa della redditività complessiva, considerando il mix di prodotti e servizi offerti.
  5. Break even point: il punto di pareggio indica il livello di vendite necessario per coprire i costi totali, senza generare né perdite né utili. Identificare il break even point è essenziale per comprendere quanto l’azienda debba vendere per iniziare a produrre profitti e per valutare la sostenibilità del modello di business.
  6. Modellizzazione del working capital: il capitale circolante operativo rappresenta le risorse necessarie per finanziare le operazioni quotidiane dell’azienda, come scorte e crediti commerciali. La modellizzazione del working capital permette di ottimizzare il ciclo di liquidità, riducendo i tempi di incasso e migliorando l’efficienza finanziaria.
  7. Conto economico e stato patrimoniale al momento 0: creare un conto economico e uno stato patrimoniale fotografici permette di valutare la situazione iniziale dell’azienda. Questo bilancio di partenza serve come punto di riferimento per le proiezioni future e consente di individuare le risorse disponibili e le eventuali criticità.
  8. Chiusura del Conto economico dell’anno 1: la proiezione del conto economico per il primo anno consente di simulare il risultato operativo previsto, confrontandolo con le aspettative iniziali. Questo esercizio permette di anticipare i margini e di valutare se l’azienda è in linea con i suoi obiettivi finanziari.
  9. Chiusura dello Stato Patrimoniale all’anno 1: così come per il conto economico, anche lo stato patrimoniale viene proiettato per il primo anno, riflettendo i risultati delle operazioni e le variazioni nelle attività e passività. Questa analisi offre una visione completa della situazione patrimoniale e consente di comprendere l’effetto delle operazioni finanziarie e degli investimenti.
  10. Redazione del rendiconto finanziario: il rendiconto finanziario analizza i flussi di cassa in entrata e in uscita, distinguendo tra attività operative, di investimento e di finanziamento. Questa fase è fondamentale per valutare la liquidità e la capacità dell’azienda di far fronte agli impegni finanziari, identificando eventuali squilibri da correggere.
  11. Stress test e analisi di sensitività: gli stress test simulano scenari economici avversi per verificare la resistenza del business plan a situazioni di difficoltà. L’analisi di sensitività, invece, valuta come variazioni nei parametri principali (ad esempio, un aumento dei costi o una riduzione dei ricavi) influenzano i risultati, consentendo di identificare i margini di sicurezza e di migliorare la resilienza dell’azienda.

Queste fasi rappresentano il nucleo del business plan e permettono di costruire un documento solido, che non solo proietta numeri, ma fornisce una guida strategica per affrontare le sfide e cogliere le opportunità future.

Il business plan e il codice della crisi e dell’insolvenza

Il business plan deve essere conforme al codice della crisi e dell’insolvenza, che impone la valutazione della sostenibilità del debito e del flusso di cassa. Il DSCR (Debt Service Coverage Ratio), che misura la capacità dell’azienda di coprire il servizio del debito con i flussi di cassa generati, è un indicatore essenziale. Il DSCR può essere calcolato sia sulla base del budget di tesoreria sia del rendiconto finanziario (OIC 10), e offre una misura accurata della capacità dell’impresa di mantenere il proprio equilibrio finanziario.

Un DSCR inferiore a 1 indica che i flussi di cassa non sono sufficienti per coprire il debito, segnalando un potenziale rischio di insolvenza. In questo caso, il business plan diventa uno strumento per valutare le strategie di ristrutturazione o per migliorare la gestione finanziaria, aumentando la resilienza dell’impresa.

Iil business plan come strumento strategico

La redazione del business plan è molto più di un semplice esercizio contabile. Si tratta di un vero e proprio strumento strategico che guida l’impresa nel percorso di crescita, garantendo che ogni decisione sia supportata da dati solidi e proiezioni realistiche. Un business plan ben redatto è capace di attirare investitori, di consolidare il rapporto con le banche e di dare una direzione precisa all’azienda.

In un contesto economico in costante mutamento, il business plan non è solo una fotografia del futuro, ma una guida dinamica che può essere adattata alle esigenze del mercato e alle sfide imprenditoriali. Le imprese che investono nella pianificazione strategica e che utilizzano il business plan come strumento di creazione di valore si trovano in una posizione di vantaggio competitivo, pronte a cogliere le opportunità e a costruire un futuro solido e prospero.

Condividi articolo
Accedi per lasciare un commento